Sono nata a Pisa, felicemente romana d'adozione. Quattro figli, due teneri, due smemorati, ma statisticamente è un risultato corretto; nei loro quaderni delle elementari - sei la mamma più bella del mondo, ti vorrò sempre bene - sono cristallizzate sincere dichiarazioni d'intenti: come quelle del marito, femminista come tutti, che tuttavia mi ucciderebbe se a cena non ci fosse l'insalata sempre fresca, tanto che per la disperazione l'ho piantata sul balcone.
Devo dire che ho fatto un affare, perché accanto al verde scuro della verbena e del cytisus, il verde pallido dell'insalata sta benissimo, e la sera taglio le foglie dolcemente chiedendole scusa. Ho due sorelle strepitose, amici storici che mi vogliono bene, e da quasi dieci anni un'amica speciale, Dona, che vive in America: da una parte all'altra dell'oceano, siamo due vicine di casa sullo stesso pianerottolo. Se mi sono decisa a fare questo sito, lo devo solo al suo incoraggiamento.
Scrivo nel tempo libero, la notte, perché per fortuna il computer non fa rumore: prima scrivevo chiusa in cucina, per non disturbare i dormienti con il ticchettio della macchina da scrivere. Ora ho una scrivania centenaria tutta per me con cassetti profondi come grotte, pieni di appunti, penne, matite, forbici, righelli, biscotti e cioccolata, e chissà in fondo cos'altro c'è; e un gatto rosso lungo un metro, Ketchup, un abissino bellissimo selvaggio e coccolone, perfettamente bilingue che capisce sia l'italiano che il tedesco: l'ho trovato piccolino sperduto in un cortile, adesso occupa un posto fondamentale nella vita di tutta la famiglia.